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Le Recensioni – Alkemilla Dolce Bagnetto

Ho scoperto i prodotti Alkemilla grazie a uno dei tanti gruppi d’acquisto de Le Econome.

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Ho finalmente trovato la pace dei sensi per molti prodotti, in particolare quelli per i bimbi mi hanno permesso di interrompere la ricerca del detergente perfetto!

 

Detergente delicato a ph 6 ideale per la cura della pelle e dei capelli dei più piccoli.
Vegan, testato su metalli, certificato Ecocert, non testato su animali.

 “Sicuro e ben tollerato, formulato su una base lavante composta da solo tensioattivi di origine vegetale e arricchito dagli estratti biologici di Avena, Camomilla, Calendula, Malva ed Elicriso dalle note proprietà addolcenti, emollienti e lenitive, crea una schiuma morbida e leggera, lievemente profumata, che deterge dolcemente rispettando il delicato equilibrio fisiologico delle pelli più sensibili e riducendo il rischio di allergie e irritazioni cutanee.”

 L’inci (l’elenco degli ingredienti) è ben formulato e i pochi elementi indicati come gialli dal biodizionario lo sono perché potenzialmente allergizzanti  in soggetti predisposti.

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Con mio figlio, pelle delicatissima e soggetta a dermatite, nessun tipo di problema.

E’ venduto in un comodo flacone da 500 ml con dispenser, ottima soluzione per riuscire a utilizzarlo con una sola mano durante il lavaggio dei bimbi-anguille.

La consistenza è di un gel e sfregando tra le mani forma una leggera schiuma.

Il potere lavante è buono, il prodotto è molto delicato, per nulla aggressivo, lascia la pelle idratata e non brucia gli occhi (il pupo non piange e l’ho testato anche su di me!)

Il profumo è leggermente fruttato, non troppo persistente sulla pelle, molto gradevole.

Alkemilla è uno dei marchi che Le Econome presentano nella gamma di prodotti disponibili nei Ga, per non perderli resta sintonizzato -assieme a noi- sul nostro gruppo Fb che trovi QUI

Marta B.

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Le Econome in Vacanza: Sentiero Terz’Alpe (Lombardia)

Piccole passeggiate per piccoli camminatori!

Estate, tempo non solo di mare, ma anche di montagna. Vi parlerò qui di un itinerario adatto a piccoli camminatori, suggestivo ma semplice e di grande soddisfazione! È una gita da fare in giornata con un bel pranzo al sacco da gustare sui prati.

LOMBARDIA – CANZO – Rifugio Terz’alpe

DIFFICOLTA’: facile per adulti, medio per bambini (dai 5 anni senza aiuto)
DISLIVELLO: 310 metri circa
DURATA: 2 ore con i bambini, 1 ora adulti.

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Il sentiero che vi consiglio è quello indicato nella cartina riepilogativa, che passa nel bosco costeggiando il fiume. Il numero del sentiero è il 2 A mio parere il più bello e vario. Se arrivate presto al mattino (entro le 9.00-9.30) potete parcheggiare alle fonti di Gajum, soluzione che consiglio dato che almeno eviterete una buona mezz’ora di strada asfaltata a piedi.

Arrivati al parcheggio seguire il sentiero di ciottoli sulla destra, è il Sentiero Geologico Giorgio Achermann, quello che costeggia il fiume. La prima parte ha alcune stazioni geologiche con spiegate rocce e massi con depositi interessanti di varie epoche. Si può scendere al fiume e sempre nella prima parte sono anche tanti i posti dove ci si può già fermare a pucciare i piedi in acqua.

Dopo circa 30 minuti si incontra una deviazione sulla destra per il Santuario di San Miro al Monte. Sono circa 15 minuti in salita non ripida, il monastero è grazioso, situato accanto a un ramo del torrente che crea salti e c’è anche una fontana in cui ristorarsi. Se decidete di salire, poi ritornate sul sentiero originale.

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Proseguendo sempre lungo il fiume, il sentiero si addentra nel bosco con ponticelli e salite alternate a parti più pianeggianti. A un certo punto sulla destra vi troverete la marmitta dei giganti, una cavità con acqua turchese scavata nella roccia.

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L’ultima parte è piuttosto ripida (pensando ai bambini, per noi adulti è un normale sentiero di montagna) e finisce con una scalinata che però ripaga con i prati del rifugio Terz’alpe, dove potrete fare il pic nic oppure mangiare al rifugio o anche solo fare merenda con yoghurt prodotto in loco e guardare gli animali liberi intorno.

 

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Dal rifugio Terz’alpe si può anche scendere lungo la mulattiera dal lato opposto rispetto a dove siamo saliti, passando da Second’alpe, vecchio rifugio, quasi paesino, abbandonato e suggestivo, e tornare al parcheggio passando da Prim’alpe, dove troverete anche un punto informazioni. É una strada aperta, una mulattiera larga.

La nostra bimba di 7 anni ha fatto più volte tranquillamente il percorso, il piccolo di tre ha alternato momenti di relax nello zaino di papà a momenti di camminata nel bosco. Nelle giornate calde anche solo fermarsi lungo il torrente è refrigerante e poco faticoso!

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Potete trovare altre informazioni utili sul nostro gruppo Facebook Le Econome in Vacanza: hotel, case, con bambini all’avventura!

 

Alessandra P.

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Ricetta salva/svuota frigo: Lasagne Veloci Senza Spesa

Capita a tutti, prima o poi: frigo vuoto, nessuna voglia di andare al supermercato e poco tempo per preparare un piatto che accontenti tutta la famiglia. Niente paura, la soluzione sarà pronta in una mezz’oretta (esclusa la cottura, che però non richiede la presenza della cuoca) con il nome de “Le lasagne dei senza-spesa”.

Gli ingredienti sono pochi e, ad esclusione dei primi due, sono tutti facilmente sostituibili secondo i vostri gusti e la disponibilità della vostra dispensa:

patate farinose
besciamella
funghi in barattolo
asparagi
grana grattugiato

Per prima cosa preparate la besciamella. Nel caso la facciate con il metodo classico, sciogliete a fuoco basso il burro, aggiungete la farina mescolando man mano con una frusta fino ad ottenere un composto dorato, cui unirete poco per volta e sempre mescolando il latte già caldo (le proporzioni sono: 100 g di burro per 100 g di farina e 1 l di latte). Se preferite invece alleggerire il piatto o evitare i derivati animali, potrete tranquillamente sostituire il burro con dell’olio (circa 2 cucchiai per 4 cucchiai di farina) e utilizzare del latte di soia caldo oppure del brodo o semplicemente dell’acqua. In entrambi i casi, una volta raggiunta la consistenza desiderata (io consiglio leggermente liquida), ricordate di aggiungere sale e noce moscata, se gradita.

A questo punto pelate le patate e tagliatele a fettine sottili con l’ausilio del pelapatate. Non avendo idea di quante me ne servissero, io ho preferito tagliarle man mano che andavo ad utilizzarle, ma, volendo prepararle in precedenza, considerate che per una teglia di medie dimensioni dovrebbero bastare quattro patate non troppo grandi. Se non avete in casa patate farinose, potrebbero non cuocersi alla perfezione, perciò consiglio di lessarle e poi tagliarle a fette.

Nel mio caso gli asparagi erano stati precedentemente preparati e congelati con l’idea di utilizzarli per una pasta o un risotto, ma se volete cuocerli al momento vi basta tagliarli a pezzetti e metterli in una padella con un filo d’olio e un po’ d’acqua. Come scritto precedentemente, potete sostituire sia questi che i funghi con qualsiasi ingrediente: ragù di lenticchie, melanzane a tocchetti, pomodorini secchi, plasagnerosciutto.

A questo punto potete comporre la vostra lasagna: mettete sul fondo di una teglia da forno un mestolo scarso di besciamella e distribuitelo, quindi coprite l’intera superficie con le fettine di patata. Lo strato successivo sarà fatto da funghi ben strizzati e asparagi privati di buona parte del loro sughetto, entrambi poi ricoperti da un’abbondante quantità di besciamella. Una bella spolverata di grana grattugiato (o eventualmente della sua versione vegetale) e si ricomincia: patate, funghi, asparagi, besciamella, grana e via così fino all’ultimo strato, sul quale metterò le fettine di patate rimaste e grana in abbondanza.

La teglia golosa che avrete ottenuto va messa in forno a 180°C per circa quaranta minuti e va lasciata riposare qualche istante prima di servire. Il giorno dopo risulta ancora più buona!

Se questa ricetta non vi soddisfa o se ne volete scoprire altre, le Cuoche per caso vi aspettano nell’omonimo gruppo Facebook con mille nuove idee.

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La tv, quella frivola!

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Professionista di successo, laurea in tasca e tacco 10. Seria, così seria che mi sembra ridicolo perfino pensare che accenda il televisore, perciò timidamente ammiro il suo savoir faire e con noncuranza mi complimento per i colori dei suoi accessori.

«Carla lo dice: il blu è così bon ton!» risponde.

Carla? Mentre ancora mi chiedo se ho sentito bene, lei toglie gli occhiali da sole e con fare cospirativo commenta i gossip sul vincitore dell’ultimo “Bake off Italia”. Al settimo cielo rilancio con “Alta infedeltà” e poi, commossa, ricordo i primi mesi da neomamma in compagnia di “24 ore in sala parto”, scoprendo così che per lei, sposa da meno di un anno, sono molto più emozionanti i consigli di Randy per un matrimonio perfetto e decisamente più utili le idee di Rulof in “Arredare a tutti i costi”. Tuffarsi nel mare delle case alle Hawaii è un attimo e il sospiro che lanciamo all’unisono risveglia dal consueto torpore il collega che ci siamo generosamente trascinate fino al bar.

«Cosa ci troverete mai, voi donne, in quegli stupidi canali?» commenta con tono di superiorità, poi si nasconde a mala pena dietro alle pagine di un quotidiano e continua «Uomini che tradiscono, donne incinte senza saperlo, stranieri che arrivano in Australia o in Canada carichi di droga…»

La sua voce si spegne e il giornale si alza ulteriormente, quasi a voler inghiottire ogni ciuffo della sua folta capigliatura, ma ormai il danno è fatto ed il suo essere assiduo spettatore del Canale 9 o forse di DMAX è stato svelato senza troppo ritegno. E, in fondo, che male c’è? Di telegiornali e talk più o meno colti sono pieni i canali, ma c’è anche bisogno di sognare, di ridere, di distrarre la mente dalle fatiche quotidiane e a questo scopo è certamente più utile un’ora di Fine Living piuttosto che cinque su SkyTg24.

Sono mamma e sono moglie. Il tempo per rilassarmi? Lo devo racimolare tra un bagnetto e una lavatrice e mai, dico, mai potrei rinunciare all’ora d’aria quotidiana che canali considerati frivoli come RealTime o Cielo mi concedono. Senza contare poi che è grazie ad essi che ho imparato come sono fatti alcuni oggetti di uso comune ed ho appreso qualche piccolo trucco per avere un viso luminoso e delle unghie impeccabili, indispensabili accorgimenti per non sembrare uno zombie nonostante il neonato che popola le mie notti.

Insomma, non di sola politica è fatta la vita, grazie a Dio! E del resto tutti ricordiamo quello studio secondo il quale gli spettatori di soap opera risultano più felici dei loro detrattori: in confronto alla vita complicata di personaggi e attori, la mia può solo risultare serena e lineare! Allora perché non potrebbe avere lo stesso effetto la visione di “Crimini del cuore”?

Se però l’assenza del televisore in casa vi impedisce di seguire le mie orme, eccovi la soluzione: i gruppi delle (Eco)nome su Facebook! Che vi interessino moda e make-up oppure i libri, che dobbiate organizzare un matrimonio o semplicemente sopravvivere alle pulizie di casa, le (Eco)nome hanno il gruppo che fa per voi e lo trovate su questo sito alla voce “Gruppi Facebook”.

Se poi vuoi continuare a chiaccherare di tv, non poteva mancare il nostro Telecomando!

 

Ilaria P.

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Percarbonato – Come usarlo!

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A chi non è capitato di litigare con una macchia che proprio non vuole venire via da un tessuto?

Viene in nostro aiuto il PERCARBONATO DI SODIO.

Sostanza amica dell’ambiente, sbianca, smacchia e igienizza senza essere altamente inquinante, infatti quando si scioglie in acqua libera acqua ossigenata e carbonato di sodio (soda solvey).

Per funzionare ha bisogno di temperature alte, diciamo che da il suo meglio a 60°, ma qui viene usato abitualmente per sbiancare gli scarichi del wc e versandone un paio di cucchiai nell’acqua del fondo dopo alcune ore è tutto splendente.

Purtroppo non funziona su tutte-tutte-tutte le macchie, ma “solo” su quelle sensibili all’ossidazione: si quindi al vino rosso, no al grasso.

Si può utilizzare come pappetta con un pochino d’acqua, da sfregare sulla macchia subito prima di mettere in lavatrice, senza lasciare seccare, oppure come additivo sbiancante e igienizzante direttamente insieme al detersivo in lavatrice, per un carico di panni bianchi, per gli asciugamani, la biancheria da cucina, pannolini lavabili.

Sul mercato non esiste percarbonato puro al 100%, essendo una sostanza molto sensibile si deteriorebbe dentro la confezione, quello più puro è 80%.

Si può acquistare sul web (ad esempio sul sito percarbonatodisodio.it), nei negozi di prodotti bio e anche nei discount. Spesso viene chiamato “sbiancante a base di ossigeno”.

Attenzione

–  a differenza dell’acqua ossigenata, non va mischiato all’acido citrico, lo distruggerebbe in pochi secondi!

– non va confuso con il PERBORATO: i derivati del boro sono stati studiati e riconosciuti come pericolosi e con elevato impatto ambientale, e il “perborato di sodio” è sparito dal mercato.

 

E voi ? in quali altri modi lo usate?   ditecelo qui o sul nostro gruppo per le pulizie di casa Le Sciacquette: pulizia, ordine e organizzazione per negati XD

 

 

 

Marta B.

 

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Trucchi Salva Sorriso –

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Ho preparato le ricette salva frigo secondo la ricetta del sito delle (Eco)nome, ho acquistato un libro nel Mercatino delle (Eco)nome, ho chiesto suggerimenti per la mia estate al mare nel gruppo delle (Eco)nome in vacanza e trovato nuove idee per il mio make-up da ufficio nel gruppo moda delle (Eco)nome, eppure… Eppure questa giornata non vuole andare bene! Non so se sia colpa della lavatrice rimasta bloccata a metà lavaggio o della maionese impazzita all’ultimo momento o magari di quel bicchiere di succo di frutta svenuto sul pavimento, ma sento un magone che sale dallo stomaco (sempre che non siano le cipolle fritte mangiate a pranzo) ed un nervosismo che non riesco a sfogare, mentre il mio umore si fa pian piano più nero del nero delle nuvole che a breve rovesceranno sul mio tetto litri di pioggia. Che fare? Dove trovare un’idea che mi aiuti a dare un verso positivo a questo uggioso lunedì?

Senza nemmeno pensarci afferro il telefono ed entro nel gruppo Facebook delle (Eco)nome, le uniche in grado di aiutarmi, per lanciare il mio SOS: “Qual è il vostro trucco salva-sorriso”? Uno dopo l’altro mi arrivano i suggerimenti delle amiche virtuali, che io passo al setaccio alla ricerca del consiglio perfetto mentre faticosamente percorro chilometri di pavimento con il figlio in braccio per farlo addormentare.

Scarto con decisione le scherzose proposte farmaceutiche e alcoliche e mi soffermo a sognare di avere un cane o un gatto, nella cui pelliccia affondare le mie mani nervose alla ricerca di calma. Non sarebbe meraviglioso? Secondo molte lo è, specie se il quattrozampe in questione si presta ad accompagnarci in qualche lunga e distensiva passeggiata, ma io dubito di poter trovare un cuccioletto disposto a seguirmi, vista la mia faccia scura, quindi abbandono l’idea e cerco altri suggerimenti. Una camminata? Lo shopping? Magari! Ma, fermata sulla porta da un portafoglio vuoto e molti chicchi di grandine (sempre per tacere del suddetto figlio finalmente addormentato e depositato nel suo lettino), devo rinunciare ad ogni possibilità di movimento e cercare il sollievo tra le mie quattro mura.

Seguendo altre indicazioni, voglio inventarmi un lavoretto manuale da fare, ma quale? Non so usare i ferri da maglia e sono rimasta senza stoffe per il mio punto croce, perciò, fingendomi interessata ad altro, mi muovo cauta e ottimista verso la big shot. Il mio passo evidentemente non era così silenzioso, visto che il mio figlio maggiore mi intercetta costringendomi all’ennesima partita a Memory, da cui esco sconfitta. Uff! Sempre più nervosa comincio a muovermi tra una stanza e l’altra, finché finalmente una nuova notifica illumina il mio cellulare e il mio volto: la musica mi risolleverà! A passo deciso mi avvicino allo stereo e in un balzo ne afferro il telecomando, quando ecco che il piccoletto al piano di sopra comincia a piangere, svegliato da un orribile tuono, e il grande esce dalla cucina urlando di paura. Ma alcune (Eco)nome non dicevano che i figli erano gli unici in grado di sollevare loro il morale? Forse meglio respirare a fondo e piazzarsi in faccia un finto sorriso che inganni i miei malevoli pensieri, come altre suggerivano, nell’attesa di abbracciare il marito e ritrovare così la pace.

Peccato che, quando il mio salvatore finalmente varca la soglia di casa (e lo fa proprio mentre faticosamente cerco di convincere i due puzzolenti pargoli ad avviarsi verso il bagno), l’ultima possibilità di ritrovare la quiete venga spenta dai suoi starnuti e dalle sue proteste per la malefica pioggia. Stremata, sto per gettare la spugna ed è proprio allora che in un angolo della mia mente appare il pensiero che tutto risolve: “Non è per sempre”. Me lo ripeto come un mantra, mandando a quel paese gli elettrodomestici traditori e chiudendo per un istante le orecchie alle richieste degli uomini di casa, finché sento qualcosa scattare nel mio animo e torno ad essere la donna fiduciosa che stamattina aveva aperto le finestre ad una nuova giornata.

E il vostro trucco salva-sorriso qual è? Venite a raccontarcelo nel gruppo Facebook delle (Eco)nome.

 

Ilaria P.

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Acido Citrico . Come fare?

Sei alla ricerca di un prodotto ECOlogico, ECOnomico, che ti aiuti nelle pulizie di casa e ti faccia avere pelle luminosa e capelli lucenti? Niente pozioni magiche, leggi qui come fare!

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L’acido citrico è un acido debole contenuto negli agrumi.
E’ anche un additivo alimentare, indicato come E330, che si trova in moltissimi prodotti come correttore di acidità, per esempio nelle passate di pomodoro, marmellate, succhi di frutta.

E’ una polvere bianca, inodore.

 Si può acquistare sul web (esempio: percarbonatodisodio.it), nei negozi di agraria, in alcune ferramenta, nelle enoteche, l’aps delle Econome poi fà anche dei Gruppi d’acquisto per questo prodotto (non sai come fare? Vedi QUI).

 Si trova in 3 diverse forme:

Acido citrico ANIDRO = attivo al 100% perché è solo acido citrico
Acido citrico MONOIDRATO = attivo al 90% (90% acido citrico + 10% di acqua)
Acido citrico tetraidrato = attivo al 60% (60% acido citrico + 40% acqua).

Può sostituire prodotti commerciali che spesso contengono sostanze inquinanti per l’ambiente e anche pericolose per la persona.
Ecco alcune ricette, tutte testate!

BRILLANTANTE

Il brillantante per essere funzionale rimane attaccato alle stoviglie e resiste al risciacquo, quando utilizziamo le stoviglie ne ingeriamo una piccola quantità con il cibo. Si può evitare di usare brillantante sostituendolo nella vaschetta con una soluzione di acido citrico al 20% (200 g di acido citrico anidro in 800 g di acqua, per avere un totale di 1 litri=1 kg di soluzione).

AMMORBIDENTE

Si può sostituire l’ammorbidente con una la soluzione di acido citrico al 20% (200 g di acido citrico anidro in 800 g di acqua, per avere un totale di 1 litri=1 kg di soluzione).
L’acido citrico non rende più morbide le fibre, ma neutralizza l’alcalinità del lavaggio causata dal detersivo, che lascia un pH alcalino e lo avvicina a quello della pelle.
Utilizzare l’acido citrico come ammorbidente è utile anche per la funzione anticalcare che ha sulla lavatrice.

Si può utilizzare tranquillamente con capi bianchi e colorati, anzi, l’acidità fissa i colori!
Inoltre non lascia residui chimici sui panni quindi è adatto per lavare biancheria di neonati e persone soggette a dermitite.

BALSAMO CAPELLI

L’acidità rende il capello liscio e lucente perché “chiude” le scaglie di cheratina.
Bisogna preparare una soluzione al 20% e poi diluirne 30 ml in 1 litro di acqua e utilizzarla per l’ultimo risciacquo.

TONICO VISO

Se si utilizza una saponetta (pH 9-10) è consigliabile utilizzare questo tonico per riportare il pH a un livello più vicino alla pelle (pH 5.5).
Bisogna preparare una soluzione al 10% o diluire in 50 ml di acqua 50 ml di soluzione al 20%.

DEODORANTE

Gli odori sgradevoli sono causati dai batteri, se si abbassa il pH si limita la crescita batterica. Bisogna preparare una soluzione al 20% e poi diluirne 25 ml in 75 ml di acqua distillata.

DISGORGATORE

 Nel caso non ci siano grosse otturazioni, è sufficiente versare nello scarico mezzo bicchiere di bicarbonato di sodio e aggiungere un bicchiere di soluzione al 20%. Le due sostanze reagendo si annullano ma provocano un’effervescenza che tramite l’azione meccanica ha un’azione pulente.

ANTICALCARE

 L’acido citrico è ottimo per togliere il calcare, non ha odore, non lascia residui, è ecocompatibile, i tempi di attesa sono un po’ più lunghi rispetto a un anticalcare commerciale e anche con l’acido citrico bisogna prestare attenzione al marmo, che si rovinerebbe.
Con acqua molto “dura”, servirà una soluzione al 20% (200 gr di acido citrico anidro in 800 g di acqua, per avere un totale di 1 litri=1 kg di soluzione). Con acqua meno dura si può preparare una soluzione al 10 – 15%.

Gli stessi risultati si possono avere con l’aceto, ma studi di biodegradabilità hanno dimostrato che l’acido acetico a parità di concentrazione è 53 volte più inquinante del citrico e che serve molto più aceto per avere la stessa efficacia. Inoltre l’aceto è più aggressivo verso le superfici metalliche e a contatto con l’acciaio inox mobilita molecole di nikel, altamente irritante e allergizzante.

MANUTENZIONE  LAVATRICE E LAVASTOVIGLIE

Una volta al mese è consigliabile riempire di acido citrico in polvere la vaschetta del detersivo e fare un lavaggio a vuoto.
Con questa semplice accortezza si eliminano le incrostazioni dalla resistenza e la lavatrice consuma meno energia e funziona meglio.

FERRO DA STIRO

Preparare una soluzione con 150 gr di acido citrico anidro e 850 gr di acqua demineralizzata. Riempire il ferro da stiro non proprio completamente per evitare che la reazione tra calcare e citrico friggendo faccia uscire il tutto.
A caldo: con temperatura al minimo lasciare agire 1 ora e poi far uscire vapore in modo da pulire anche i fori.
A freddo: lasciare agire una notte intera poi procedere con il vapore.

È preferibile non utilizzare aceto in quanto l’acido acetico è dannoso per le parti metalliche.

MACCHINA DEL CAFFÈ

Preparare una soluzione con 150 gr   di acido citrico anidro e 850 gr di acqua demineralizzata. Riempire il serbatoio della macchina del caffè e far uscire completamente procedendo come se si facesse il caffè.
Riempire il serbatoio di acqua e ripetere in modo da sciacquare.

 

E per le pulizie di casa puoi trovare confronto e conforto 😛  su Le Sciacquette: pulizia, ordine e organizzazione per negati

 

 

Marta B.

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La Scatola Giracolore – Costruiscila con noi!

Che cos’è una scatola giracolore? Un gioco molto semplice ma di grande effetto: una scatola che contiene un disco che gira molto velocemente. Si mette sul disco un cartoncino della stessa misura e con la punta del pennello posata sul disco si creano effetti di colore molto belli. I miei bimbi hanno passato ore a fare dischi colorati! L’ho conosciuta a una festa di quartiere e ho deciso di costruirla. La mia è una scatola decorata che contiene il giracolore, la versione più semplice può essere un semplice cartoncino o compensato su cui attaccare il meccanismo.

Questo tutorial è per l’intera scatola.

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Per recuperare il piccolo motore che fa girare il disco (motorino DC) potete smontare una macchinina telecomandata. Io ne ho recuperati 4 da una ruspa con il telecomando rotto. Altrimenti lo trovate su amazon, digitando MOTORE DC 9v.

 

Occorrente:
1 motorino DC
1 pila 9V
1 connettore per la pila
Filo elettrico (circa 15 cm)
1 interruttore
1 tappo di plastica alto poco più del motorino DC
Scatola
1 disco di plastica (ho recuperato un coperchio di un contenitore della cucina, vanno bene anche i coperchi tondi della scatola del gelato)
1 dischetto piccolo di cartoncino spesso (ho usato la moneta in cartone di un gioco)
Colla a caldo
Cartoncino spesso
Spessori (ho usato dei pezzetti di legno alti quanto il tappo di plastica)

Cominciamo! per prima cosa ritagliare il cartoncino spesso in modo che entri nella scatola. Servirà come doppiofondo: sotto ci sarà il meccanismo, sopra solo l’interruttore e il disco che gira.2

Creare nel cartoncino due fori, uno per l’interruttore e uno da cui spunterà il piccolo albero del motorino.

Inserire l’interruttore nel foro.

Incollare con la colla a caldo il motorino a un lato del tappo di plastica, al suo interno. In 5questo modo non toccherà il fondo e rimarrà stabile. Preparare il circuito secondo lo schema nella foto: motore-interruttore-pila.

3  Inserire l’albero del motore nel  foro          preparato nel cartoncino e incollare il bordo del tappo.

Forare il dischetto di cartone piccolo e  applicarlo sull’albero del motore usando anche un po’ di colla a caldo. Sempre con la colla a caldo applicare il disco più grande sopra al dischetto appena inserito.

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Applicare gli spessori come “piedini” al doppiofondo di cartone e inserirlo nella scatola.

E ora, giocare! I migliori risultati si ottengono con le tempere ben diluite, ma si possono usare pennarelli o anche acquerelli.

 

 

 

Alessandra P.

5x1000

5 x 1000

Il cittadino ha la possibilità di destinare il 5×1000 delle proprie imposte ad associazioni di volontariato e non lucrative di utilità sociale, associazioni e fondazioni di promozione sociale, enti di ricerca scientifica, universitaria e sanitaria, comuni e associazioni sportive dilettantistiche. In pratica noi possiamo scegliere che destinazione dare a una parte della spesa pubblica: lo stato vincola questa percentuale gettito fiscale alle finalità che noi individuiamo. Da questo punto di vista è un gesto di cittadinanza responsabile che non va preso alla leggera. Per le associazioni no profit poi è una fonte di finanziamento preziosa. Ogni anno l’Agenzia delle Entrate pubblica l’elenco degli enti che hanno i requisiti per essere destinatari del contributo. Sulla dichiarazione dei redditi c’è la casella specifica di destinazione del 5×1000. Anche chi non è tenuto alla dichiarazione dei redditi può fare la propria scelta, destinando il 5×1000 attraverso l’invio di una documentazione allegata alla certificazione unica (in una banca, o in via telematica, o in un ufficio postale). Ricordiamo che il 5×1000 non è alternativo all’8×1000, che invece rappresenta il meccanismo adottato dallo stato per il finanziamento delle confessioni religiose. Per il mondo del volontariato il 5×1000 è un gesto concreto ed efficace. E’ un finanziamento importante e obbliga le associazioni a rendicontare le somme ricevute. Ma come scegliere a chi destinare il nostro 5×1000? Come orientarci tra il mare magnum di richieste di 5×1000 in ogni periodo di presentazione della dichiarazione dei redditi? E’ vero che il tempo spesso manca e il 5×1000 è “solo una firma”… ma proprio perché ci permette di decidere di una parte della destinazione della spesa pubblica va fatto con responsabilità. Bisognerebbe chiedere innanzitutto il bilancio sociale dell’ente che vorremo sostenere. Questo documento – che in Italia non è obbligatorio per legge, a differenza di buona parte dell’Europa – è un atto di trasparenza dell´attività delle associazioni. I bilanci dovrebbero essere comprensibili e accessibili, e certificati da un ente terzo ad hoc. Un elemento importante di discernimento è la conoscenza diretta dell’ente (questo è possibile soprattutto per le piccole realtà a livello territoriale) e la continuità della relazione con il pubblico e con i donatori. Oggi la beneficenza è diventata un gadget che spunta dove meno te lo aspetti. I costi del marketing sono altissimi e possono rappresentare anche un quinto del bilancio degli enti. Ma non è tutto oro quello che luccica… a volte campagne di raccolta fondi spartane e essenziali sono indice di serietà. Le parole d’ordine sono allora osservare, cercare, informarsi. Nel nostro piccolo abbiamo provato a farlo… e ci sentiamo di consigliare enti grandi come Medici senza frontiere, Amref, Emergency o più piccolini come il progetto Operazione Colomba di Condivisione tra i popoli, Aifo o il progetto di Mondo Aperto (l’Onlus dei missionari comboniani). Ma le realtà sono molte altre… se conoscete qualcuno che ve ne parla, oppure telefonate… insomma non abbiate paura a fare domande perché è un gesto gratuito ma non a valore zero.

 

 

Francesca C.

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#PastaMadreDay

Ma lo sapete che domenica 15 Maggio 2016 è la data del Pasta Madre Day?

E’ la giornata che celebra l’utilizzo della Pasta Madre, appunto, ma che cos’è questa madre? È un lievito naturale fatto da farina e acqua lasciata fermentare naturalmente.

Il lievito di birra – che tutti conosciamo – è responsabile della fermentazione alcolica (i batteri Saccharomyces scindono gli zuccheri e li trasformano in anidride carbonica e alcool etilico), motivo per il quale se si usa troppo lievito di birra si ha la sensazione all’olfatto ed al gusto che ci sia dell’alcool all’interno del prodotto.

Nella pasta madre oltre ai Saccharomyces sono presenti anche i Lactobacilli che sono responsabili di una trasformazione degli zuccheri in acido lattico, quindi qualsiasi prodotto ottenuto con l’utilizzo della pasta madre ha un aroma ed un gusto particolare e diverso da quello a cui siamo abituati; in sostanza la pasta madre è un lievito naturale che ci permette di avere una lievitazione più lunga e quindi più digeribile, più leggera ed anche più completa rispetto al lievito di birra o altri lieviti secchi;

Il Pasta Madre Day è un giorno che riesce ad avvicinare tutta l’italia, dal nord al sud contando anche le isole ed alcune nazioni vicine dove gli italiani sono andati a vivere ed hanno portato con loro la loro Pm e questa bellissima tradizione; tradizione sicuramente millenaria che però ha concretizzato il suo giorno da poco, ed è nato nel 2010 grazie ad un’idea di Riccardo Astolfi che, quest’anno, ha passato il testimone alle admin del gruppo (enorme) di facebook  Gruppo La Pasta Madre.

Quindi il #PmDay cosa è? E’ quella giornata nazionale dove chiunque sia interessato od anche solo curioso può porre le domande che vuole; può soffermarsi ad assaggiare le prelibatezze che si possono creare con questo semplice “mix di acqua e farina” ma soprattutto può chiedere un pezzo di PM, in modo gratuito e per puro spirito di condivisione, e di trasmettere questa passione ad altri facendo in modo che sia UN DONO CHE PASSA DI MANO IN MANO, come recita lo slogan di quest’anno.

Si svolge in contemporanea in tutta Italia, infatti QUI puoi trovare tutti gli eventi che noi utilizzatori e “spacciatori” abbiamo creato per TE che sei curioso, ma anche per TE che sei scettico ed alla fine sì, anche per te che la stai usando da anni e non sapevi che ci fossero così altre persone che la utilizzano.

Quindi … cosa stai aspettando? Hai già visto se c’è un evento vicino a te?
Noi, tutti, ti aspettiamo!
#PmDay2016 #PastaMadre

Il Nostro Gruppo Cuoche per Caso, per parlare di cucina e ricette.